| Morwen se ne stava in riva all'oceano, accovacciata sul ramo di un albero cresciuto a pochi metri di distanza. Guardava lontano senza però fissare un punto preciso, sembrava stesse osservando l'immensa distesa azzurra dalle numerose sfumature di colore, il mare le era sempre piaciuto, quando poteva, da bambina passava ore intere a contemplare l'orizzonte, in attesa di qualcosa che non era mai arrivato. Non aveva perso quell'abitudine nemmeno dopo avere raggiunto l'età adolescenziale. La brezza marina accarezzava con dolcezza tutto il suo corpo, facendo ondeggiare la sua chioma azzurra, che rifletteva i raggi del sole. Era pensierosa, non era abituata a restare nello stesso luogo per più di qualche giorno, ma adesso, adesso avrebbe trascorso gran parte del tempo tra i Feyyr, come aveva sempre desiderato ora sarebbe stata al servizio della casata di cui i membri del suo villaggio le cantavano le gesta dei suoi coraggiosi cavalieri. Sentiva però che le mancava qualcosa, erano ormai due ore che se ne stava lì, immobile e silenziosa, cercando di trovare una risposta a quella sensazione di vuoto, scrutandosi all'interno senza giungere alla conclusione. Di una cosa era assolutamente certa, le mancava la sfida, l'adrenalina che scorre dentro quando ti trovi di fronte ad un avversario di cui non conosci le caratteristiche. Nonostante tutti questi pensieri, era rilassata, non troppo, in quanto la guardia non deve essere mai abbassata, nemmeno quando ci si dovrebbe sentire al sicuro. Percepiva delle presenze, due per la precisione, una le era familiare anche se non conosceva bene nessuno in quel luogo, l'altra le era del tutto sconosciuta. I due stavano discutendo tra loro, quando una terza presenza si avvicinò. Non era molto interessata a quelle tre persone, ma per precauzione distolse lo sguardo dall'orizzonte e lo rivolse ad ispezionare la spiaggia. In lontananza si intravvedevano due figure, più una un po' più lontana. Riconobbe il ragazzo dai tratti simili ai suoi, era Eyalan colui che l'aveva accolta nei Feyyr, il signore della casata che servivo. Come già avevo intuito l'uomo di fianco a lui non lo avevo ancora visto. Osservò le tre sagome per qualche istante, dopodiche ritorno a dedicarsi alla sua meditazione. Doveva abituarsi alla vità in società, la solitudine non era quasi più prevista da quando era arrivata in quel luogo.
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