Brooding...

Sfruttando la mia agilità evitai il cerchio di luce e usando un po' della mia magia lo deviai indietro evitando così di essere preso, ritornando a terra trovai dietro di me Anima, che velocissimo aveva formato una barriera incandescente.
Essa si era espansa di diametro velocemente facendomi arretrare, però a causa della vicinanza fra me e Anima essa mi colpì facendomi volare indietro. Caddì fra due tronchi sbattendo la testa a terra...

Riaprii gli occhi e vidi Morwen scattare verso Anima cercando di colpirlo alla gamba con la sua grande spada, estrassi una freccia e con poca lucidità scagliai una freccia verso la spalla di Kratos per distrarlo. Appoggiai la mano a terra, d'un tratto le foglie secche appoggiate sul terreno umido si animarono volando a circolo attorno al mio braccio. Sentii il potere pervadermi e poi, sul terreno scese lo spirito di Whoelfer. D'un tratto tutti divennero cechi. Sfruttando questa condizione a mio favore scagliai una freccia velocissima alla gamba di Kratos.
Dopo tutto ciò caddi piano all'indietro con la vesti che si annebbiava, cosa mi stava succedendo? Appoggiai la mano sulla nuca e sentii il sangue scorrere fra i capelli argentati, guardai le dita rosse e piene del mio sangue. Cominciai a perdere le forze, quel colpo alla testa mi stava facendo svenire?

Sentii un massa di calore avvicinarsi, spalancai gli occhi vedendo una grande sfera di fuoco sopra di me che si avvicinava velocemente.
In quel momento la magia mi pervase, tutte le mie forze ritornarono come per salvarmi la vita.
Sfruttai l'Affinità con la Natura, la grande radice che avevo alle spalle si staccò dal terreno impattando contro la sfera di fuoco. Essa esplose provocandomi delle bruciature sulle braccia e sulla veste.
Mi alzai osservando i due, avevo poche forze ma forse potevo ancora ribaltare la situazione. Ero rimasto da solo contro due Avalon e uno dei due era il Capostipite.
I miei occhi si illuminarono, la magia dentro di me divampò. D'un tratto le pupille scomparirono lasciando spazio ad una luce bianca che proveniva dal profono della mia riserva magica. Un canto elfico uscì dalle mie labbra semi-aperte.
Aprii le braccia portando i palmi in avanti, respirai profondamente alzandomi leggermente sopra il terreno. Un miriade di foglie cominciò a girarmi attorno ai piedi, petali mistici si materializzarono attorno a me girando come un grande tornando magico.
Da esso uscirono a grande velocità una miriade di freccie dirette ai due Avalon, non potevo sapere se queste li avrebbero colpiti. Potevo solo sperare di uscire vivo da quello scontro.

D'un tratto una delle due freccie ritornò verso di me, velocissima. Si conficcò nella mia spalla, appoggiai la mano a terra per tenermi in piedi e guardai con occhi adirati i due.
-Due contro uno. Dannati Avalon...-
Sangue caldo cominciò a scorrere sul cuoio che proteggeva la spalla, appoggiai la mano sinistra alla ferita cercando di tenerla chiusa, evitando così la perdita di molto sangue.
In pochi secondi sentii l'energia di Kratos divampare, alzai lo sguardo e in quel momento vidi un fascio di luce avvicinarsi verso di me come un frusta mistica. Sfrutta la mia agilità evitando l'attacco e mi mimetizzai fra gli alberi montani...
Un fruscio di vento spostava piano le fronde degli alberi, le foglie leggere rimanevano attaccate al legno dei rami quasi per magia. L'erbetta che faceva da copertura al fianco pietroso della montagna si spostava a malapena.
Il mio respiro si fece più affannoso, ero abbastanza lontano dai due per attaccarli di sorpresa senza essere visto.
Mi misi in ginocchio e presi la grande Balestra Adamantina, allungai la parte posteriore appoggiando la spalla e poi alzai il mirino di ferro. L'occhio destro era socchiuso per mirare meglio, la guancia era appoggiata alla struttura dura della balestra.
Il vento era leggero quindi il colpo non doveva spostarsi di molto, caricai un dardo e mirai la testa di Kratos.
Un dardo nel bianco piumaggio schizzò velocissimo verso il Capostipite Avalon da una grande distanza, quel tiro era quasi impossibile per un arciere normale. Ma per un elfo sarebbe stato un gioco da ragazzi...

Sentii un sibilo, un raggio luminoso era diretto verso la mia posizione: Sfruttai l'affinità con la natura e usai un grande ramo per deviare il raggio. Purtroppo deviato esso una miriade di scheggia infuocate mi colpirono provocandomi bruciature sparpagliate.
I tagli e i lividi dolevano trasformando il mio respiro in un lamento continuo, strinsi i denti e osservai dal mirino della balestra i due. Il mio respiro era affannoso, mi muovevo molto lentamente e avevo poche energia a causa degli attacchi subiti, osservai il Non-Morto: aveva pochissima energia a causa della tecnica usata per proteggere il proprio capo e barcollava ferito dalle mie freccie. Incoccai un dardo nella balestra con le mani che tremavano a causa dello sforzo, tirai velocemente la corda e mossi di pochi millimetri la balestra: la magia mi pervase il corpo trasferendosi ai miei polpastrelli, la freccia si cosparse di nuovo potere mistico e rinnovata di luce partì verso il suo bersaglio. Essa prese velocità all'istante, una luce biancastra la inglobava rendendo quel dardo fuori dal normale, sembrava un tiro perfetto diretto alla testa di Anima.
La grande potenza di quella tecnica era proprio la riserva magica all'interno di essa, il circolo della luce che se avrebbe colpito il Non-Morto avrebbe provocato sicuramente molti più danni che ad un individuo "normale".
Respiravo a fatica e con la testa che coggiolava sangue mi spostai camminando fra la bassa vegetazione, velocissimo arrivai vicino ad un grande cespuglio in penombra aspettando lo svolgimento dei fatti.

Un movimento alle mie spalle, chiusi gli occhi per un secondo e poi l'impatto...

Anima mi aveva colpito in piena nuca scaraventandomi a terra, caddi di faccia fra le foglie e il terriccio umido. Respiravo a fatica con il viso cosparso di terra e sangue, il Mio sangue. Sentii i passi di Anima allontanarsi, la mia mano lasciò senza forza la balestra e i miei occhi si chiusero per qualche secondo.
D'un tratto sentii come se la mia forza venisse rinnovata, sentivo il cuore riprende a pompare velocemente e i polmoni avevano regolato di nuovo il respiro. Come se era stato aperta una via mistica fra me ed un potere più grande che ci sovrastava tutti. Mi rialzai con gli occhi socchiusi e le braccia che cadevano lungo il corpo, feci qualche passo in avanti sfiorando con il piede la balestra. Poi, senza il mio volere, la braccia si alzarono puntando con i palmi i miei avversari:
La luce venne fuori dal mio corpo, uscì dai miei occhi, dalla mia bocca, dai palmi e dal petto. Mi alzai leggermente in aria come per magia e urlai cosparso di potere mistico. La grande forza veniva dalla via che era stata aperta con i Divini? Forse.
L'unica cosa che sapevo per certo e che avevo ancora una possibilità. Forse l'ultima possilità per sopravvivere, non per vincere.
La luce esplose formando un'onda d'urto con un diametro di circa 10 metri che si espandeva tracciando linee attorno a me. Gli alberi cadevano, la terra veniva smossa e tutto ciò che c'era sul cammino dell'onda durto veniva distrutto.
Io ero li, al centro della luce perenne, sospeso in aria sopra l'erba fresca con le mani poste in avanti e osservavo strabilitato il potere. Il Mio potere.