Escursione in montagna

Alexander sentiva il sudore sulla fronte che piano a piano scendeva sugli occhi.
Ormai era in cima, era vicino alla bolla d' acqua. Il sole batteva forte, era proprio una bella giornata: la tipica giornata per lasciare Eleha e avventurarsi fino alla sorgente dello zaffiro scheggiato...
Finalmente arrivò lassù, da dove si dominava tutta la valle. Niente più in alto di lui, era come raggiungere il limite, non poter andare oltre. Si erse in tutta la sua altezza e ispirò a pieni polmoni. Dopo ciò bevve una lunga sorsata d' acqua: era l' acqua più buona e più fresca di tutto il continente.
Alla fine si sedette appoggiato al tronco di un albero e chiuse gli occhi...

Sentivo il vento tagliente sulla pelle, e poi un voce:


Era Kratos, capostipite degli Avalon.

Salve Kratos, anche tu qui? Io non ce la facevo più a stare in città e sono venuto qui a fare una camminata in mezzo alla natura.

Poi lo guardai, cercando di capire cosa ci faceva lì.

Guardai verso l' orizzonte, che si perdeva dietro le montagne.

Sinceramente non so come stia Oric, penso solo a me stesso... Inoltre in questo momento non c'è nessun motico che mi porti al grande palazzo regale, e quindi è da molto che non lo vedo.

Ero stato un po' lapidario, ma non mi andava di parlare del mio re: ero lì per rilassarmi...

Chissà tra quanto inizierà la guerra: addio a questi momenti magici... Non potrò neanche più parlare con Kratos, per esempio... Saremo nemici.... pensai tra me e me con dispiacere...
Poi mi alzai e guardai negli occhi il mio interlocutore:
Andiamo da qualche parte?

Annui con fermezza. Mi stuzzicava arriva nel punto più in alto, sfidare i miei limiti.

Io non cononosco bene questi posti... tu? dissi mentre avevo mosso qualche passo verso la montagna... Respirai a fondo quell' aria pura.

Guardai la montagna più alta... era innevata...
C'era qualcosa che non mi convinceva ma non ero sicuro... Magari mi sbagliavo.

Andiamo allora, fai pure strada.

Sorrisi alle parole di Kratos...
Così mi misi a marciare velocemente: stavo a qualche passo dal mio compagno per sicurezza, se magari fosse scivolato o in caso di qualche altro pericolo.
Via via che camminavamo l paesaggio cambiava e l' aria si faceva sempre più fredda.
Dopo una mezz' ora di cammino sostenuto i nostri passi iniziavano a sprofondare sulla neve.

Ad un certo punto dissi:Kratos...



Aspettai che sigirai e gli scagliai una palla di neve, direta giusta giusta in mezzo alla sua faccia...

Tutto era così monotono... Non ce la facevo più, non per la fatica, ma per le condizioni: non potevo dare sfogo alla mia vitalità, non potevo nemmeno far scorrere i miei occhi vivaci sul paesaggio tutto innevato...
Katos allungò il passo e di conseguenza aumentai anche la mia velocità, desideroso di uscire da metri di neve che avevano appesantito tutto il mio equipaggiamento: sotto le scarpe ormai avevo quasi cinque centimetri di neve...

Finalmente potei vedere la cima vicinissima.

Finalmente la cima: eravamo i più alti... Da lì nemmeno le aquile ci superavano.
Respirai a pieni polmoni e mi sedetti davanti a Kratos.

Non è stato malvagio il viaggio... Solo un po' freddino. Dissi sorridendo.

Mi lasciai cadere all' indietro e con la testa appoggiata al suolo guardai il cielo.
Il sole mi baciava il viso