L'allieva contro il maestro

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=Pixie=
view post Posted on 3/1/2009, 17:25 by: =Pixie=




Quando il cappuccio vene abbassato, scoprendole il viso e gli occhi sempre color del ghiaccio, il suo primo istinto fu quello di voltarsi per non mostrarsi allo sguardo del suo maestro, ma non ci riuscì, tenendo gli occhi fissi a sostenere quello sguardo d'accusa che tanto temeva e l'atteggiamento fiero e spavaldo che l'aveva sempre caratterizzata. Le domande poste dal Shuda la sorpresero e la sua espressione si incrinò, facendo riaffiorare un dolore represso ormai da molto tempo. Pochi decenni dopo la sua rinascita Morgan passò un periodo di ribellione, una specie di età adolescenziale dei vampiri, in quel tempo aveva cominciato a non sopportare più gli ordini e i divieti impostagli dal suo creatore. Tutto ciò le aveva fatto bramare la libertà a tal punto da indurla ad agire nel peggiore dei modi. In una giornata molto soleggiata, intorno a mezzogiorno, ora in cui il sole è più potente, propose al suo maestro di riposarsi nella nuova bara che aveva rubato, notando che quella appartenente a Shuda era ormai rovinata dagli anni. Il suo maestro accettò di buon grado, ringraziandola di tante premure, ignaro che la sua pupilla stava per giocargli un colpo inaspettato.
Una volta chiuso il coperchio della cassa da morto, Morgan, trasse da un nascondiglio un panno bianco dal contenuto metallico. Appoggiò il panno sulla cassa e senza produrre eccessivo rumore, scusandosi col maestro per il colpo che aveva "accidentalmente" inferto alla bara, volse lo sguardo per non guardare l'oggetto che aveva scoperto con il panno. Una croce d'argento giaceva ora sul giaciglio del vampiro, imponendo su di esso il suo potere.
La giovane vampira, presa dall'eccitazione della libertà si diede al lusso più sfrenato, commettendo omicidi in ogni villaggio che le capitava a tiro e saziandosi col sangue degli abitanti. Ma il divertimento a lungo andare cominciò ad annoiarla. Più volte si era soffermata a valutare la possibilità di tornare indietro e liberare il suo maestro, ma era frenata dalla paura delle punizioni dettate dall'ira a cui sarebbe stata sottoposta.
Per anni viaggiò per il mondo imponendosi il digiuno dal sangue degli uomini, cacciava animali e si saziava con il loro sangue, cercando di sopperire a ciò che era sicuramente più sostanzioso. Col tempo anche i suoi occhi mutarono colore, passando dal rosso al color del ghiaccio. Imparò anche a mutare forma, preferendo trasformarsi in gatto e nebbia piuttosto che in lupi e pipistrelli.
Non aveva mai dimenticato il maestro, e si era pentita del torto che gli aveva inflitto.

Io non merito il vostro sguardo maestro...io merito la morte per il torto che vi ho inflitto...

Spiegò udendo il tono di voce pieno d'ira del suo signore, era obbligata a rispondere, il sangue di Shuda, mescolato al suo e al veleno che l'aveva trasformata circolavano da sempre dentro di lei, imponendole di ubbidire agli ordini del suo creatore.

Quella croce...sono stata io a porre quella croce sulla vostra bara...mio Signore...ero guidata dalla voglia di libertà, volevo agire seguendo solo il mio istinto.

Prese a buttare fuori tutte le sue ragioni, quasi volesse liberarsi di una zavorra troppo pesande da sopportare.

Ero stufa di dovere sottostare ai vostri divieti...di dover sempre obbedirvi...di non potermi sfogare come volevo io!

Fece una pausa, quasi volesse riprendere fiato e vedere l'espressione sul viso del maestro. Poi riprese.

Ho capito troppo tardi di aver agito da infantile e stupida vampira quale sono...ma non ho osato tornare indietro...
Temevo...come temo tutt'ora...la vostra ira...ma...so di meritare una punizione per la mia mancanza di rispetto nei vostri confronte e accetterò qualsiasi decisione voi prendiate.


Tenne lo sguardo consapevole dei propri sbagli, incollato a quello del suo maestro e signore, attendendo le conseguenze dell'oltraggio che aveva commesso secoli addietro.
 
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