Il Canyon

La notte era calata omai da un po', la luna rifletteva la propria luce sulle pareti scavate e levigate dalle numerose piogge e inondazioni che in passato avevano caratterizzato quei luoghi ora quasi perennemente deserti, in cui durante il giorno il sole batteva incontrastato portando le temperature a gradazioni altissima, durante il regno del sole nessuno osa mettervi piede, a parte i pochi animali a sangue freddo che godono della sua luce. Durante la notte invece, la temperatura era meravigliosa e l'oscurità quasi totale. La luce lunare produceva ombre spaventose. Morgan ovviamente viveva di oscurità e terro e non si spaventava per così poco.
Camminava senza una meta precisa, cercava solamente l'oscurità e la solitudine necessaria per starsene in pace con se stessa, e magari uccidere qualche povero animale innocente.

Si sentì sfiorare la spalla da qualcuno di cui aveva già sentito la presenza molto tempo prima, ma che aveva classificato come non pericoloso e non abbastanza succulento da essere ucciso e privato del sangue.
Chi mai sene sarebbe andato in giro a notte fonda? Solo un pazzo o un essere dell'oscurità avrebbe attraversato quelle gole durante la notte.
Chiunque fosse, le rivolse un saluto. La voce era famigliare.
Kratos. Il capostipite della casata a cui lei stessa apparteneva. Poteva lui essere classificato tra i pazzi? Sicuramente era abbastanza forte da potersi difendere dai pericoli celati dalla notte.
Salve a voi signore. Qual buon vento vi porta in questi luoghi a quest'ora della notte?

Ascoltò i motivi per cui il supremo degli Avalon si trovava in quei luoghi a quell'ora della notte.
Alla sua domanda rispose semplicemente.
La caccia mi attende Signore. Voglio godere della solitudine di questi burroni e della compagnia della candida luna. Voi tornate pure ad Avalon, vi raggiungerò prima del sorgere dell'alba.
Non attese le parole di Kratos, si volse e riprese il suo cammino.